Conducendoci tra gli scritti e le lettere di Galilei, Bettini ci mostra infatti come egli fu, oltre che astronomo, fisico e matematico, anche un talentuoso suonatore di liuto, un raffinato pittore, un attento critico letterario, un meticoloso ingegnere dedito a preservare il regolare corso dei fiumi e persino un appassionato innovatore nella produzione del vino.
Galileo Galilei aveva in sé molti colori, era un genio «policromo», e quasi nessun campo dello scibile umano gli fu alieno. Ed era anche un noto guastafeste, «di cervello stravagante e vago di contrariare alle opinioni e dottrine comunemente ricevute anco dagli stessi professori delle arti» diceva di sé, ossia aveva sempre voglia di smentire pubblicamente gli onorati maestri dell’epoca, spesso con un certo scandalo. Pagò personalmente gli eccessi del suo carattere, ma lasciò al mondo un’eredità indelebile, che questo libro svela in tutta la sua grandezza.
