I dieci esperimenti più belli
Da Galileo a Millikan
I risultati scientifici che oggi si guadagnano le prime pagine dei giornali sono frutto del lavoro di folte équipe e richiedono ingenti risorse tecnologiche e finanziarie. Ma c’è stato un tempo, non troppo lontano, in cui le scoperte rivoluzionarie erano frutto della curiosità, dell’intuizione e dei calcoli di un singolo. Gli esperimenti raccontati in questo libro non hanno in comune uno specifico ambito di ricerca, né la posizione al vertice di una ideale – e impossibile – gerarchia stilata in base all’importanza: sono, a giudizio di George Johnson, acclamato divulgatore scientifico, i più belli. Prevedono strumenti semplici, come il motivetto cantato da Galileo per scandire il tempo mentre la palla rotola sul piano inclinato, il serpente vivo diviso in due grazie a cui Harvey dimostra che il sangue circola, il bastoncino che Newton si infila dentro la cavità oculare per capire come avviene la percezione dei colori, le gocce d’olio usate da Millikan per misurare la carica degli elettroni. Sono storie in cui lo sperimentatore, dopo essersi posto una domanda precisa, ha sondato la realtà tramite un procedimento lineare ed elegante e ne ha ottenuto una risposta altrettanto chiara.