Raccontare la crescita con tenerezza e crudeltà: “Questi adulti” di Alison Espach

di Jolanda Di Virgilio | 23.07.2023

"Questi adulti", l'esordio di Alison Espach, autrice del celebre "Appunti sulla tua scomparsa improvvisa", è un romanzo di formazione atipico e lontano da tutti i cliché del genere: la protagonista, Emily, non ha una voce spocchiosa e arrogante, bensì uno sguardo tenero e compassionevole, che ci racconta con grande delicatezza il fragile passaggio dall'età dell'infanzia a quella adulta


Gli adulti si sbagliano su tutta linea. Hanno un concetto di divertimento tutto loro, ma sono prevalentemente noiosi – noiosi e potenti – fanno discorsi sconnessi e riescono a farla sempre franca. Hanno bisogno di certe cose, come un repertorio di frasi stereotipate per attaccare bottone quando non sanno come riempire i silenzi. Se sono in branco va meglio, perché la loro vuota tristezza si mimetizza e per un istante appaiono meno soli, meno fragili. Alle feste, o alle cene, sollevano lo sguardo verso i più giovani, lanciano qualche occhiata di malinconia e poi sospirano “ah i ragazzi”, guardandoli sgraffignare qualcosa dal tavolo degli antipasti e correre via. Poveri adulti. Destinati a una vita di sporcizia e mediocrità. Il dovere dei ragazzini è scuoterli e gridargli in faccia “ma vi rendete conto di quanto state invecchiando?”.

È questo che vorrebbe fare Emily, quattordicenne dall’aria svogliata e affascinante, durante la festa di cinquant’anni di suo padre: un party organizzato in giardino, tra fiori, barbecue, bicchieri in cui scintilla Martini e un vicinato che nasconde ambiguità e segreti.

Quelle persone, per lei, appartengono a un altro mondo, un mondo grigio, lontano e irraggiungibile. Ma è troppo impegnata a rotolarsi sul prato e a ridere con le amiche per rendersi conto che, invece, l’età adulta è un territorio più vicino di quanto possa immaginare.

La verità è che è un attimo. Da un giorno all’altro si passa da essere quelli che restano fuori di casa, a fumare e ascoltare la musica a tutto volume nelle orecchie, a diventare gli altri, loro, i grandi, quelli che non ridono più. Quand’è che succede di preciso? Esiste un momento di passaggio concreto che segna la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra?

Questi adulti Alison Espach

Se lo chiede Alison Espach nel suo Questi adulti, il romanzo d’esordio dell’autrice di Appunti sulla tua scomparsa improvvisa, arrivato ora in Italia grazie alla casa editrice Bollati Boringhieri con la traduzione di Manuela Faimali. Dopo aver commosso il pubblico di lettori e lettrici con una storia di lutto, suicidio e perdita, la scrittrice statunitense si mostra sotto una nuova veste, sicuramente più acerba, da cui però si continua a intravedere la cifra che l’ha resa molto popolare, anche su #BookTok.

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Grazie a una scrittura chiara e malinconica, Espach ci fa muovere tra le strade di un quartiere residenziale del Connecticut fino a portarci nelle piazze sontuose di Praga, raccontando l’arco di trasformazione di una giovane donna alle prese con la crescita e la scoperta di se stessa. I suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi istinti si dispiegano sotto i nostri occhi attraverso una densa successione di eventi: l’abilità della scrittrice sta proprio nel riuscire a condensare oscillazioni e stati d’animo attraverso immagini di una forza evocativa, quasi pittoresca. Un uomo che decide di togliersi la vita all’alba di un mattino qualunque; una donna di mezza età che deambula per la cucina mentre sorseggia un bicchiere di vino rosso; una ragazzina avvinghiata a un uomo più grande di lei, stesa sulla cattedra di una classe vuota. Pennellate raffinate, dolorose, che fanno pensare alle atmosfere di certi quadri di Hopper, capaci di infondere grazia e insieme turbamento.

Edward Hopper dipinto

Eppure, per quanto la narrazione sia a tratti sferzante e crudele nel dipingere una massa di adulti disperati, persi, sfiancati dagli amori che non sono riusciti a tenersi stretti e dalle ambizioni che non hanno realizzato, la voce di Espach non scade mai nel cinismo o nella posa arcigna di chi condanna e, dall’alto della propria giovinezza, si erge a giudice.

Del romanzo di formazione, infatti, Questi adulti ha solo i temi, la sagoma della protagonista, la parabola che si espande nel corso della sua vita e del suo passaggio dall’età dell’infanzia a quella adulta (14 – 30). Si distacca però dal genere per l’andamento e per la direzione, per il tono che esula da insegnamenti o morali dell’ultima pagina: nessun traguardo per la nostra Emily, nessuna meta raggiunta e nemmeno prefissata. Il tratto davvero forte del romanzo di Espach è infatti la voce di chi racconta la storia: una voce che non ha a che fare con la spocchia di certi protagonisti adolescenti e che trova una dimensione tutta sua, prendendo le distanze dal riferimento con cui chiunque scrive romanzi di formazione deve confrontarsi: l’Holden di Salinger.

E questo perché Espach costruisce una protagonista adolescente senza renderla una macchietta e senza scadere nei cliché del caso: Emily è insofferente ma non è intrattabile, è confusa e instabile ma non sconclusionata e ostinata. Inoltre non ha niente di speciale. Per quanto sia bella e avvenente – glielo dice di continuo sua madre – non è così distante dalle Altre Ragazze: la sua è una vicenda che chiunque può aver vissuto sulla propria pelle perché, al di là dei fatti narrati, mette al centro del discorso la difficoltà (o la facilità) di scivolare nella tanto temuta età della maturità.

La sua entrata in quel mondo che da ragazzina guardava da lontano è lenta e sfocata, tanto che lei stessa non se ne rende nemmeno conto. Chissà se diventa adulta quando assiste al suicidio del suo vicino di casa, o se lo diventa quando il suo professore di inglese le apre le gambe per la prima volta, o ancora quando stringe tra le braccia la sua sorellina e la riconosce come un’essere innocente, privo di colpa, che merita di essere protetto.

In questo susseguirsi di figure e avvenimenti non ci sono climax, epifanie o episodi rivelatori. Restano soltanto le vite – strane, afflitte, inspiegabili – e le domande a cui seguono i silenzi, i ritorni, le attese e i perdoni. Ecco, forse è proprio la capacità di imparare a perdonare lo scarto che rende Emily una vera adulta.

Diventare adulti, sembra dirci Espach, non è una terra a cui approdare definitivamente, bensì una graduale trasformazione che ci permette di aprire gli occhi e di guardare l’altro senza più filtri e pregiudizi. Così, può capitare che un giorno, ripensando a un ricordo qualunque – tuo padre che cucina le uova in cucina – tu lo veda inaspettatamente sotto una nuova luce: quel gesto che hai sempre ricordato solo come un normale momento di convivialità familiare, in realtà significa altro e tu, adesso, lo capisci chiaramente. Lo capisci forse perché sei adulto e hai imparato a leggere oltre quello che vedi. Hai imparato ad accettare il passato e gli errori, perfino quelli dei tuoi genitori.

Ed è proprio in questo punto che il romanzo si fa più diluito a livello di trama, ma più catartico e rilevante di significato: quando Emily – ormai adulta – dismette i suoi panni da figlia per indossare quelli di “genitore dei suoi genitori”. Inizia a prendersi cura di loro, delle loro debolezze e, come per un riflesso incondizionato, eredita i loro atteggiamenti e raccoglie il testimone. Lo strappo, però, non è amaro, anzi: lo sguardo si mantiene sempre tenero, la voce tersa e gentile. La scrittrice ci restituisce un affresco compassionevole, reale e umano, in cui non ci sono colpe o sentenze, soltanto persone che cercano di vivere la propria vita e di fare, fino alla fine, disperatamente del proprio meglio.

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Fonte: www.illibraio.it