Giorno della memoria_libri per non dimenticare

di Redazione | 25.01.2021

27 gennaio, Giorno della memoria, una lista di libri per non dimenticare. Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone Dopo oltre settant’anni dalla caduta del fascismo, mai come ora l’idra risolleva la testa, soprattutto su Internet, ma non solo. Frasi ripetute a mo’ di barzelletta per anni, che parevano innocue e risibili fino a non […]


27 gennaio, Giorno della memoria, una lista di libri per non dimenticare.

ma perché siamo ancora fascisti

Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone

Dopo oltre settant’anni dalla caduta del fascismo, mai come ora l’idra risolleva la testa, soprattutto su Internet, ma non solo. Frasi ripetute a mo’ di barzelletta per anni, che parevano innocue e risibili fino a non molto tempo fa, si stanno sempre più facendo largo in Italia con tutt’altro obiettivo. E fanno presa.
Per reagire a questo nuovo attacco non resta che la forza dello studio. Non resta che rispondere punto su punto, per mostrare la realtà storica che si cela dietro alle «sparate» della Rete. Perché una cosa è certa: Mussolini fu un pessimo amministratore, un modestissimo stratega, tutt’altro che un uomo di specchiata onestà, un economista inetto e uno spietato dittatore. Il risultato del suo regime ventennale fu un generale impoverimento della popolazione italiana, un aumento vertiginoso delle ingiustizie, la provincializzazione del paese e infine, come si sa, una guerra disastrosa.
Basta un’ora per leggere questo volume, e sarà un’ora ben spesa, che darà a chiunque gli strumenti per difendersi dal rigurgito nostalgico che sta montando dentro e fuori il chiacchiericcio sguaiato dei social.

 

Ma perché siamo ancora fascisti?

Francesco Filippi, Ma perché siamo ancora fascisti?

Dopo il grande successo di Mussolini ha fatto anche cose buone, Francesco Filippi è ormai riconosciuto come una voce importante nel dibattito sul fascismo in Italia. In questo libro Filippi dirige la sua affilata analisi verso i motivi che hanno portato tanti nostri concittadini a cadere vittime, ancora oggi, di una propaganda iniziata oltre due generazioni fa. Com’è possibile – ci si chiede in molti – che dopo tutto quello che è successo – dopo una guerra disastrosa, milioni di morti, l’infamia delle leggi razziali, la vergogna dell’occupazione coloniale, una politica interna economicamente fallimentare, una politica estera aggressiva e criminale, un’attitudine culturale liberticida, una sanguinosa e lunga guerra civile… –, oggi ci guardiamo intorno, ben addentro al terzo millennio, e ci scopriamo ancora fascisti?
Per aiutarci a capire perché, Filippi in questo libro ci racconta molte cose: ci racconta com’è finita la guerra, cosa è stato fatto al termine del conflitto e cosa non è stato fatto, quali provvedimenti sono stati presi nei confronti dei responsabili. Soprattutto, ci mostra come noi italiani ci siamo raccontati e autoassolti nel nostro immaginario di cittadini democratici, senza mai fermarci a fare davvero i conti col passato. Che, infatti, non è passato.

 

Non c’è una fine

Piotr Cywinski, Non c’è una fine

Auschwitz è un simbolo potente. Ogni anno il luogo nel quale sorgeva il più grande campo di sterminio nazista viene visitato da più di un milione di visitatori, decine di migliaia dei quali provengono dall’Italia. C’è un’intera generazione ormai figlia del profondo significato che quel luogo ha assunto nel nostro tempo, figlia dei viaggi della memoria. Che cosa cercano quei ragazzi ad Auschwitz, che cosa cerchiamo tutti noi? Che storia ci racconta? Piotr Cywiński, direttore del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau, in questo libro duro e necessario, vibrante e appassionato, si confronta con queste domande e con i dilemmi che si nascondono in uno dei luoghi più terribili della storia dell’umanità.

 

Gli ebrei e la Germania

Riccardo Calimani, Gli ebrei e la Germania

Dopo aver raccontato la Vienna ebraica tra Otto e Novecento Riccardo Calimani si concentra sugli ebrei della scena berlinese. Gli ebrei e la Germania hanno sempre avuto un rapporto complesso. Presenza stabile, radicata nei territori germanofoni fin dall’Alto Medioevo, gli ebrei sono stati una parte imprescindibile della cultura tedesca. Con l’irruzione della modernità, nel xix secolo, ampi settori della cultura ebraica si integrano ancora più stabilmente nel tessuto socioculturale circostante, ma al contempo sorgono forze oscure che si oppongono a quell’integrazione. Si getta così il seme di un sentimento antisemita, che identifica nell’ebreo l’«altro» da cui differenziarsi.

 

L'olocausto

Wolfgang Benz, L’olocausto

Questo volumetto, che unisce il pregio della sintesi alla chiarezza della esposizione dei fatti, affronta una questione sempre oggetto di dibattito in cui continua a manifestarsi la volontà di sapere delle nuove generazioni. Wolfgang Benz colloca l’Olocausto (o Shoah) all’interno della più generale storia del nazismo e del Terzo Reich, ne mostra i nessi con gli altri aspetti della politica hitleriana e non tralascia di accennare alle questioni interpretative a cui la storiografia si è trovata di fronte, dovendo non solo ricostruire ma anche spiegare il genocidio.

 

I nazisti della porta accanto

Eric Lichtblau, I nazisti della porta accanto

È ampiamente noto che dopo il crollo del Terzo Reich migliaia di gerarchi nazisti trovarono rifugio in Sudamerica. Criminali di guerra come Mengele, Eichmann, Priebke, Barbie e numerosi altri fuggirono indisturbati, avvalendosi dell’assistenza di una misteriosa ed efficiente organizzazione, nome in codice Odessa. Si sospettava che dopo la guerra molte centinaia di nazisti si fossero insediati indisturbati anche negli Stati Uniti. Incredibilmente, molti di loro, benché riconosciuti come criminali di guerra, furono reclutati dall’FBI e dalla CIA e utilizzati come informatori negli anni della Guerra fredda. Secondo quanto contenuto nei documenti che Lichtblau ha potuto esaminare dopo la loro desecretazione, le autorità dell’FBI e della CIA erano convinte che la collaborazione dei nazisti «moderati» potesse risultare utile per la sicurezza degli Stati Uniti.

 

Scolpitelo nei cuori

Robert S. C. Gordon, Scolpitelo nei cuori

Siamo capaci, noi italiani, di elaborare, metabolizzare e comprendere l’Olocausto che ci ha colpiti? Siamo in grado di tramandarne la memoria? Quali ricadute nelle nostre vite, quali insegnamenti, quali comportamenti ci deve imporre la storia di quell’orrore? Sono domande dure come macigni, sono le fondamenta stesse dell’Italia repubblicana. Questo è il primo libro che affronta nel dettaglio, con rigore storiografico e sulla base di ricerche originali, il tema di quanto si è sedimentato dell’Olocausto nella nostra identità, attraverso i libri degli intellettuali, le canzoni popolari, il cinema, la televisione, i monumenti innalzati o quelli che non sono mai stati inaugurati; ma anche attraverso l’operato del nostro Parlamento e delle sue leggi.

 

Il fantastico laboratorio del dottor Weigl

Arthur Allen, Il fantastico laboratorio del dottor Weigl

In questa storia tutto inizia coi pidocchi. Per noi, oggi, questi animali sono solo insetti fastidiosi, per quanto rivoltanti, ma per l’umanità intera, fino a poco tempo fa, «pidocchio» significava «tifo», e tifo significava morte certa. Negli anni venti gli eserciti europei erano alla disperata ricerca di un vaccino.
Il laboratorio più avanzato sul tifo era quello di Rudolf Weigl, un brillante ed eccentrico professore polacco di Leopoli. Il suo vaccino aveva ottenuto grandi consensi negli anni venti, e quando i nazisti occuparono la città si interessarono immediatamente a quel laboratorio miracoloso, pressati com’erano da nuove epidemie di tifo tra le truppe del fronte orientale. Il laboratorio di Leopoli divenne così un luogo privilegiato, e Weigl decise di approfittarne, ospitando intellettuali e oppositori del regime, e riuscendo a far pervenire di nascosto il suo vaccino ai ghetti ebraici, rifilando nel frattempo alla Wehrmacht una versione indebolita e inefficace del siero.

 

La scelta di Abramo

Wlodek Goldkorn, La scelta di Abramo

L’ebraismo è da sempre una tradizione plurale che non dà quasi nulla per scontato; non si china neppure alla divinità: semmai la sfida e la interroga.
Ci sono mille modi di essere ebreo, mille sfumature, tanto che una definizione di «ebreo» è sempre risultata elusiva e parziale.
Włodek Goldkorn costruisce in queste pagine un saggio denso, toccante, poetico e lacerante che riguarda tutti. Parla di Shoah e di Israele, di vittime e carnefici, di antisemitismi e di complottismi, e lo fa con voce potente, scavando nei nodi insoluti della contemporaneità.

 

Quel che resta di Auschwitz

Giorgio Agamben, Quel che resta di Auschwitz

Se il problema delle circostanze storiche in cui è avvenuto lo sterminio degli ebrei può considerarsi oggi sufficientemente chiarito, ben diversa è la situazione per quanto concerne il significato etico e politico dello sterminio o anche soltanto la comprensione umana di ciò che è avvenuto – cioè, in ultima analisi, la sua attualità. Non soltanto manca qui qualcosa come un tentativo di comprensione globale, ma anche il senso e le ragioni del comportamento dei carnefici e delle vittime e, molto spesso, le loro stesse parole continuano ad apparirci come un enigma.
In questa prospettiva, Auschwitz non si presenta più soltanto come il campo della morte, ma come il luogo di un esperimento ancora impensato, in cui i confini fra l’umano e l’inumano si cancellano; e, messa alla prova di Auschwitz, l’intera riflessione morale del nostro tempo mostra la sua insufficienza per lasciar apparire fra le sue rovine il profilo incerto di una nuova terra etica: quella della testimonianza.

 

Uccidere Hitler

Danny Orbach, Uccidere Hitler

Nel 1933 Adolf Hitler divenne cancelliere della Germania. Poco dopo, tutti i partiti politici e la libertà di stampa erano solo un ricordo, e il dominio di Hitler sembrava completo. Eppure, nel giro di pochi anni, un improbabile gruppo di cospiratori – insegnanti, politici, teologi, persino un falegname – avrebbe tentato, per molte vie e ripetutamente, di porre fine al regno genocida del Führer.
Uccidere Hitler restituisce per la prima volta il drammatico resoconto dei tentativi ingegnosi, nobili, e fallimentari, messi in atto da pochi uomini e donne coraggiosi che si impegnarono in prima persona per provare a cambiare il corso della storia, e getta una luce brillante e di speranza, persino redentiva, sui giorni più bui che l’umanità abbia attraversato.