Luciano Violante al Festival Taobuk

Luciano Violante al Festival Taobuk

Tra vita e morte, lo spazio sacro dell’identità. Un’ode civile. Si muore in guerra, si muore migrando, si muore, a volte, perché non si vuole più vivere. Cos’è la morte se non una maschera e cos’è la vita se non un nomos? Se l’esistenza ha un senso, il nostro rapporto con la fine ne è la spia. E il senso della vita cos’è se non il suo essere sacro? Dai naufragi nel Mediterraneo all’eutanasia fino al suicidio, Luciano Violante riflette sulla morte in un saggio emozionante e lucido, Ma io ti ho sempre salvato (Bollati Boringhieri). Una frase che rivela chi siamo, la nostra più intima identità. Per l’ex magistrato e politico, non ci sono scuse. La morte – insieme alla difesa della vita, che ne è una controparte obbligata – è uno dei principali “atti politici” di cui una democrazia deve occuparsi. Interviene Luciano Violante Ex magistrato e politico italiano, è stato parlamentare alla Camera dei deputati dal 1979 al 2008, presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 1992 al 1994 e presidente della Camera dal 1996 al 2001. In dialogo con Elvira Terranova, AdnKronos.


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