Dieci regole per vivere meglio al lavoro

di Redazione | 14.10.2022

Dieci regole per vivere meglio al lavoro Quando si progetta un posto di lavoro difficilmente si tiene conto di un dettaglio, ovvero di come si sia evoluto il nostro cervello e di quale potrebbe essere un ambiente ideale che tenga conto del suo benessere. Sì, del benessere del nostro cervello. John Medina, biologo molecolare specializzato […]


Dieci regole per vivere meglio al lavoro

Quando si progetta un posto di lavoro difficilmente si tiene conto di un dettaglio, ovvero di come si sia evoluto il nostro cervello e di quale potrebbe essere un ambiente ideale che tenga conto del suo benessere. Sì, del benessere del nostro cervello.
John Medina, biologo molecolare specializzato nello studio dei geni implicati nello sviluppo cerebrale e nei disordini psichiatrici e autore della serie Brain rules, ci spiega il mondo del lavoro visto dalla prospettiva dello sviluppo cerebrale, dandoci dieci semplici regole da seguire per il nostro benessere lavorativo.

cover il cervello al lavoro

 

Quali sono queste regole? Ve le anticipiamo qui. Trovate Il cervello al lavoro in libreria

Traduzione di Giuliana Olivero

© 2021 John J. Medina
Titolo originale Brain Rules for Work. The Science of Thinking Smarter
in the Office and at Home
© 2022 Bollati Boringhieri editore

1. I gruppi sono più produttivi, ma solo se al loro interno ci sono le persone giuste.

2. La vostra giornata lavorativa potrebbe sembrarvi diversa da prima. Organizzatevi di conseguenza.

3. Il cervello si è sviluppato nei grandi spazi aperti, e pensa ancora di vivere là.

4. Fallire dovrebbe essere un’opzione, a patto che si impari da questa esperienza.

5. I leader devono avere molta empatia e una piccola dose di durezza.

6. Il potere è come il fuoco: può cuocere il cibo o bruciare la casa.

7. Catturate le emozioni del vostro pubblico e avrete la sua attenzione (almeno per dieci minuti).

8. I conflitti si possono risolvere modificando la propria attitudine mentale. È utile avere una matita.

9. Non abbiamo un «cervello da lavoro» e un «cervello da casa». Abbiamo un unico cervello che agisce nei due contesti.

10. Il cambiamento non avverrà solo grazie alla determinazione e alla pazienza.

Una volta, mentre tenevo una lezione a un gruppo di studenti di economia, ho fatto loro questa domanda: ≪Perché i guanti hanno cinque dita?≫ Ho aspettato per vedere se qualcuno avrebbe provato a rispondere. Ma dopo avere ottenuto soltanto qualche risatina e sguardi perplessi, ho risposto io stesso alla mia domanda: ≪Gli esseri umani fanno guanti a cinque dita perché hanno mani a cinque dita≫. Questo ha provocato ulteriori risate e, sono certo, ulteriore perplessità.
Dopotutto, erano lì per ascoltare un neuroscienziato che avrebbe parlato di scienza applicata al mondo degli affari, quello che da lì a pochi anni sarebbe stato il loro mondo degli affari. Cosa c’entravano i guanti e le dita con il posto di lavoro o con il cervello o con entrambi? ≪Be’…≫, ho replicato, ≪il nostro cervello ha l’equivalente cognitivo delle cinque dita. E un organo strutturato per rispondere con grande produttività a determinati ambienti, e senza la minima produttività ad altri ambienti≫.
Ho ragionato sul fatto che l’ergonomia si applica alla mano tanto quanto alla mente. ≪Se si sta progettando un luogo di lavoro e si vuole ottimizzare la produzione, e meglio tenere ben presente la forma cognitiva del cervello≫. Ho continuato spiegando che il tipico luogo di lavoro non è progettato utilizzando l’equivalente cognitivo di un guanto a cinque dita. E cosi ho invitato la classe a fare un piccolo esperimento mentale: e se il posto di lavoro fosse fatto su misura per il cervello, come un guanto e fatto su misura per una mano?
Come sarebbero le sedi lavorative se la logica del profitto prendesse sul serio la logica della funzione cerebrale? Come progetteremmo le strutture di gestione? Come sarebbero gli spazi fisici di lavoro? Quale ambiente favorirebbe al meglio la creatività, la produttività e la semplice capacita di fare le cose?
L’obiettivo di questo libro e rispondere a domande del genere. Indagheremo il modo in cui l’applicazione delle neuroscienze comportamentali e cognitive può migliorare la produttività sul posto di lavoro.
Queste informazioni sono rilevanti sia che lavoriate nella sede della vostra azienda sia in un angolino di casa vostra che avete adibito a ufficio. Chiamiamolo ≪esercizio di ergonomia cognitiva≫. Tuttavia, questo non sara il tipico libro sul lavoro. Quasi ogni concetto che presenta e passato attraverso le capaci mani di Charles Darwin. Useremo le sue teorie sull’evoluzione per delineare il tema centrale del libro: la sfida di lavorare con un cervello che opera nel XXI secolo ma pensa ancora di vivere nell’antico Serengeti.
Vedremo il modo in cui quest’organo gelatinoso del peso di 1200-1300 grammi incredibilmente abile nel risolvere problemi, finemente sintonizzato per infilzare mastodonti e raccogliere bacche, impara invece a gestire le riunioni del personale e a leggere i fogli di calcolo. A volte si adatta soltanto a malincuore. Perché i nostri cervelli non si sono esercitati abbastanza a lungo nella palestra della civiltà per spezzare completamente le catene del Pleistocene, l’era preistorica in cui l’organo si è evoluto all’interno dei crani dei primi esseri umani moderni. Invece altre volte il cervello si adegua volentieri alla vita moderna, soprattutto se conosciamo a sufficienza i suoi meccanismi interni, cosi da operare in sintonia con anziché contro le sue tendenze naturali. In poche parole, indagheremo il modo in cui l’aspetto scientifico del comportamento informa l’aspetto economico del comportamento. Il percorso è scandito da dieci regole del cervello.
Queste regole rispecchiano cose che conosciamo con certezza, cose che provengono da ricerche scientifiche verificate nel modo più rigoroso e pubblicate solo dopo avere superato una revisione effettuata da specialisti del settore. Potete applicare ogni regola all’area corrispondente della vostra vita lavorativa. Alcune riguardano aspetti specifici, come le pratiche di assunzione e le presentazioni, altre riguardano aree di interesse più generale, dalla struttura progettuale dello spazio di lavoro ai rapporti con i colleghi. Scopriremo perché vi sentite così stanchi dopo le riunioni su Zoom.
Vedremo cosa potete fare al vostro ufficio, che sia in casa o nella sede tradizionale di lavoro, per diventare più produttivi (piccolo suggerimento al volo: metteteci delle piante). Capiremo perché le persone diventano più interessate al sesso dopo essere state promosse. Esamineremo i principi delle neuroscienze cognitive che sono alla base della creatività e del lavoro di squadra, e scopriremo i modi più efficaci per strutturare i vostri PowerPoint. Finiremo con lo spiegare perché il buon vecchio cambiamento è così difficile per tutti. Con queste nuove conoscenze, scopriremo come lavorare in modo più intelligente, progettando il nostro guanto a cinque dita, punto per punto.