Albert Einstein e Leopold Infeld, L’evoluzione della fisica. Breve storia di un libro (e di uno spiacevole refuso).

di Redazione | 14.06.2021

Abele Graziadei, traduttore di Einstein Infeld e le vicende editoriali di un libro eccezionale, L’evoluzione della fisica. Grazie a una segnalazione della signora Bianca Graziadei, nipote di Abele Graziadei, ci siamo accorti di una brutta svista redazionale di molto tempo fa. Nel lontano 1965, infatti, una b è diventata una d, e così Abele Graziadei […]


Abele Graziadei, traduttore di Einstein Infeld e le vicende editoriali di un libro eccezionale, L’evoluzione della fisica.

Grazie a una segnalazione della signora Bianca Graziadei, nipote di Abele Graziadei, ci siamo accorti di una brutta svista redazionale di molto tempo fa. Nel lontano 1965, infatti, una b è diventata una d, e così Abele Graziadei – traduttore di L’evoluzione della fisica di Albert Einstein e Leopold Infeld – è diventato Adele. Ce ne scusiamo noi, ora, perché è doveroso, benché nessuno tra quanti oggi operano a vario titolo in casa editrice fosse presente all’epoca dei fatti, cinquantasei anni fa.

Tuttavia, la segnalazione del refuso ci fornisce l’occasione di ripercorrere, con parole e immagini, le vicende editoriali di un libro eccezionale, la cui edizione italiana ha una storia affascinante e particolare.

Tutto inizia il 30 luglio 1937, quando un Giulio Einaudi venticinquenne manda una lettera a «S.E. prof. Enrico Fermi», invitandolo a scrivere un libro su un argomento a sua scelta, rivolto «a un pubblico non di specialisti, ma di persone colte». Einaudi aveva in mente di pubblicare una nuova collana, la «Biblioteca di cultura scientifica», per la quale era in cerca di nomi autorevoli.

Enrico Fermi all’epoca era accademico d’Italia e due anni prima aveva avuto la felice intuizione di frapporre un blocco di paraffina tra una fonte di neutroni e l’elemento chimico che stava studiando (l’argento) nel laboratorio di via Panisperna, a Roma. I risultati di quell’esperimento avevano dato frutti inattesi: i neutroni, rallentati dalla paraffina, avevano avuto il tempo di interagire più a lungo nel nucleo degli atomi di argento, causando abbondanti fenomeni radioattivi. Si trattava di una svolta importante nello studio della radioattività, che aveva immediatamente lanciato Fermi e il suo gruppo nel pantheon dei fisici dell’epoca.

Insomma, Enrico Fermi aveva decisamente altro a cui pensare, per cui non sorprende la sua risposta al giovane editore torinese: «Sono assai dolente di non poter aderire alla Sua richiesta dato che attualmente sono molto occupato». E «molto occupato» lo possiamo prendere per un eufemismo, visto che un anno dopo avrebbe vinto il premio Nobel.

clutter autografa Fermi a Einaudi 1937

Per nulla scoraggiato, Einaudi continua a cercare anche all’estero possibili progetti da inserire nella nuova collana di scienze e quando, nel 1938, viene pubblicato negli Stati Uniti il libro The Evolution of Physics di Albert Einstein e Leopold Infeld, decide subito di tradurlo.

Ma un libro di fisica deve essere tradotto da persone competenti, e avviene così che l’editore, forte del contatto che si è ormai stabilito, affida la traduzione dell’opera proprio a Fermi, con un contratto inviato nel maggio del 1938. O meglio, il contratto va a Fermi, ma la traduzione in realtà viene affidata a Laura Capon, moglie di Fermi, e a Ginestra Giovene, moglie del fisico Edoardo Amaldi, uno dei «ragazzi di via Panisperna».

Secondo gli accordi, Laura Fermi e Ginestra Amaldi devono consegnare il manoscritto completo della traduzione entro il 31 agosto del 1938, a fronte di un compenso di 1800 lire. Non si può non notare che si tratta di una tempistica decisamente stretta. Ciò nonostante, il 2 di agosto le due traduttrici scrivono a Einaudi confermando di aver ultimato la prima stesura della traduzione.

lettera fermi e Grimaldi a Einaudi

Il 29 agosto, puntualissime, spediscono il manoscritto definitivo, e il 25 settembre Einaudi risponde loro di aver già mandato il tutto in tipografia.

E qui la vicenda prende una piega insolita.

L’11 novembre Giulio Einaudi scrive a Ginestra Amaldi, confermando di essere «pronto a rinunciare a porre il nome delle traduttrici sul frontespizio». Perché? La motivazione che adduce è che il libro ha cambiato collana di destinazione, ma dalle carte la richiesta sembra provenire dalle stesse traduttrici ed è probabile che il motivo sia un altro, molto più grave. Il 18 settembre, infatti, da un balcone di Piazza Unità d’Italia a Trieste, Mussolini aveva annunciato l’imminente emanazione delle Leggi razziali: Laura Fermi, nata Capon, è ebrea e non può apparire sul libro.

Lo stesso 11 novembre Einaudi scrive per altro anche a Fermi, rinnovando il suo invito a pubblicare un libro nella «Biblioteca di cultura scientifica», e non è un caso: il giorno prima, infatti, vi era stato l’annuncio ufficiale del conferimento del premio Nobel al fisico italiano.

lettera Einaudi a Fermi

Non abbiamo la risposta di Fermi, ma sappiamo che tre settimane dopo egli salì sul treno per Stoccolma, il 10 dicembre ricevette il premio Nobel, da lì andò a trovare Niels Bohr a Copenaghen e il 24 dicembre si imbarcò direttamente sul transatlantico «Franconia» assieme alla moglie, con destinazione New York.

In fuga dal fascismo, con l’Europa che scivolava verso la guerra, i progetti editoriali della coppia passavano ormai in secondo piano.

Non solo Laura Fermi era ebrea, ma anche Einstein lo era. La «bonifica libraria» voluta dal Ministero della Cultura popolare fascista era così caduta come una mannaia sulla pubblicazione del libro. «Sulla traduzione dell’Einstein consegnata nell’agosto 1938, poco prima delle leggi razziali, calò il più completo silenzio fino alla fine della guerra, e ciò può considerarsi una prova indiretta della sua “epurazione”» scrive Giulia Boringhieri (Per un umanesimo scientifico, Einaudi 2010, p. 74).

Del progetto di pubblicare L’evoluzione della fisica non risulta più nulla fino al 12 dicembre 1944, quando leggiamo una nota editoriale nella quale si conferma che sono stati chiesti i diritti di pubblicazione (sic!, e quindi fino a quel momento l’editore non aveva i diritti!), che vengono finalmente concessi il 15 marzo 1945. Solo che della traduzione di Laura Fermi e Ginestra Amaldi non c’è più traccia. Di mezzo c’è stata una guerra, la sede dell’Einaudi era stata colpita da una bomba e il manoscritto probabilmente era andato perduto. È un mistero su cui possiamo fare solo supposizioni.

Sta di fatto che l’editore riaffida la traduzione del libro, questa volta a Abele Graziadei, fratello di Antonio, deputato socialista negli anni dieci e tra i fondatori del Partito comunista d’Italia nel 1921. Nella scheda editoriale del libro qualcuno traccia a penna una riga sul nome di Enrico Fermi e scrive il nome del nuovo traduttore.

scheda traduttore Einstein Infeld

Il 14 luglio del 1945 la nuova traduzione è pronta, ma la lavorazione redazionale va per le lunghe. Prima il manoscritto viene revisionato, poi si decide di corredare il libro di un’introduzione di Lucio Lombardo Radice. Il 28 gennaio 1946 un’altra nota redazionale dice che il libro uscirà «entro giugno», ma di nuovo qualcosa si inceppa: ad agosto Graziadei chiede le seconde bozze, ma nel febbraio del 1947 il volume non è ancora uscito e un’altra nota ci informa che l’editore non è contento della prefazione. Ci vorrà un altro anno ancora, e finalmente nel 1948 il libro vede la luce nella «Biblioteca di cultura scientifica», senza prefazione.

prima copertina Evoluzione della fisica

Il titolo a quanto pare vende bene e viene dunque ristampato nel 1950, 1953 e 1955, anno della morte di Albert Einstein. Dal 1953, sulla copertina compare anche il nome del traduttore.

seconda copertina Evoluzione della fisica

Nel 1957 Paolo Boringhieri – responsabile dal 1949 dei titoli scientifici di casa Einaudi – rileva, assieme ad altre collane, anche la «Biblioteca di cultura scientifica» (la cosiddetta «collana azzurra») e fonda la sua casa editrice. L’evoluzione della fisica viene ristampato, ma dove prima c’era lo struzzo einaudiano ora compare il celum stellatum delle edizioni Boringhieri.

Anche nel nuovo marchio il titolo vende bene, e in occasione della «settima impressione», nel 1963, entra in libreria con la grafica rinnovata della collana.

A questo punto il libro in Italia ha quasi vent’anni di vita e Paolo Boringhieri propone a Otto Nathan, curatore delle opere di Einstein, un nuovo contratto per un’edizione «paper-back». È tempo di farne un tascabile. Nel 1965 nasce infatti la «Universale scientifica Boringhieri», pensata come collana economica per i titoli di catalogo della casa editrice, la cui grafica viene affidata a Enzo Mari. L’evoluzione della fisica è tra i primi libri a uscire in quella veste, che diventerà presto iconica, un marchio distintivo dell’editore. Con l’occasione verrà anche commissionata una prefazione al fisico Carlo Castagnoli.

La traduzione è sempre quella di Abele Graziadei. Ed è durante la prima delle molte ristampe di questa edizione, nel 1965, che una svista redazionale trasformerà malauguratamente la b in d, come abbiamo confessato in apertura.

Il libro resta in questa veste per decenni. Nel 1987 l’editore Boringhieri diventa Bollati Boringhieri, e il libro è ancora là: un successo editoriale che sfida il tempo.

Nel 2009 la casa editrice entra a far parte del Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Renzo Guidieri, nuovo Direttore editoriale, pensa a una nuova collana tascabile, più moderna, che chiama «I Grandi Pensatori», affidandone la grafica allo studio Catoni. La nuova collana vede la luce nel gennaio 2011 e nell’ottobre di quell’anno accoglie il libro di Einstein e Infeld, che si dimostra ancora una volta un «pioniere di collane», un esempio riconosciuto di buona divulgazione, un libro fondamentale che – come abbiamo visto – ha una lunga storia alle spalle, ma non teme per questo il futuro.

Copertina IGP Einstein Infeld width= Frontespizio Einstein_Infeld